Queste le dichiarazioni del presidente della Scandone Avellino, Marco Trasente dopo il finale movimentato al Pala Miwa di Benevento in occasione della gara tra la Cestistica Benevento e la Scandone Avellino.
“Sono profondamente indignato per quanto accaduto dopo la fine del derby. Il risultato del campo, per quanto amaro, passa in secondo piano rispetto a episodi gravissimi e inaccettabili che non hanno nulla a che vedere con lo sport, con il basket e con i valori che tutti diciamo di voler difendere.
Dopo l’espulsione del nostro allenatore, coach Carone, la squadra è stata guidata fino alla sirena finale dall’assistant coach Fabio Iannicelli. Al termine della gara, come da normale prassi e nel rispetto reciproco, Fabio si è avvicinato per salutare gli avversari. In quel frangente ha semplicemente fatto notare al capitano di Benevento, Murolo, come certe esultanze plateali verso il settore occupato dai tifosi avellinesi fossero fuori luogo, soprattutto dopo un finale tesissimo e carico di adrenalina. Un invito al buonsenso, non una provocazione.
La risposta è stata vergognosa. Il nostro tesserato è stato prima spintonato dall’atleta Giacomi del roster sannita e poi aggredito fisicamente dal giocatore Filipović, che – ricordo – era squalificato, quindi non coinvolto nella partita e presente in panchina in abiti civili. Un calcio al petto sferrato a freddo è un gesto che definire antisportivo è riduttivo: si tratta di un atto violento e inaccettabile, che macchia l’immagine della pallacanestro.
La cosa che più ci sconvolge è che quanto accaduto avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Fabio è una persona che convive con dei problemi molto delicati: ricevere un calcio al petto in quel contesto non è solo un gesto violento e irresponsabile, ma un atto che avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa di drammatico.
Qui non parliamo più di tensione agonistica o di un momento di nervosismo: parliamo di mancanza totale di rispetto per la salute e l’incolumità di una persona. È una linea che non può essere superata e che qualcuno ha superato in modo gravissimo
E non è finita qui. Aggressioni verbali e atteggiamenti intimidatori hanno colpito anche altri nostri tesserati da parte di soggetti che hanno raggiunto il campo senza far parte della squadra beneventana, in un contesto che avrebbe dovuto essere subito messo sotto controllo. Anche il nostro capoallenatore Carone è stato vittima di insulti e atti di viltà da parte dei nostri avversari.
Pretendiamo rispetto. Rispetto per la Scandone Avellino, per i suoi dirigenti, per i suoi giocatori e per i suoi allenatori. Episodi del genere non possono e non devono essere tollerati. Chiederemo con fermezza che venga fatta piena luce sull’accaduto e che chi ha sbagliato risponda delle proprie azioni nelle sedi opportune.
Il derby deve restare una sfida sportiva, accesa ma leale. Quanto visto al PalaMiwa, dopo la sirena finale, è qualcosa che nulla ha a che vedere con lo sport e su cui non faremo alcun passo indietro”.